Con così tante serie in offerta, dopo due anni di assenza e un’ultima puntata frustrante, la quarta stagione di Mondo occidentale ha una sfida: per riconquistare i suoi seguaci, perché quello che nel suo primo anno fu uno stimolante gioco narrativo, portò alla ripetizione di una formula che capricciosamente contorceva trame che alla fine si rivelarono semplici.
Questo ha raggiunto il suo apice nella terza stagione, in cui non è stato rivelato quale fosse il vero piano di Dolores. fino agli ultimi 15 minuti. Se si decide di ritardare un reveal di questo tipo fino all’ultimo momento, il risultato deve essere una sorpresa capace di cambiare mondi o qualcosa che ridefinisca totalmente ciò che abbiamo visto. In caso di Mondo occidentale sembrava solo oscurantismo forzato; era a metà di tutto e non ha avuto molto impatto.
La buona notizia è che Jonathan Nolan e Lisa Joy sembrano aver imparato qualcosa dai loro errori. Almeno, questa è la sensazione che rimane dopo aver visto i primi quattro episodi. Fin dall’inizio c’è un mistero, ma questa volta, quasi come la ricerca del centro del labirinto della prima stagione, ci sentiamo invitati a far parte del gioco. Forse è perché dovremo percorrere quel sentiero di scoperta con un personaggio, proprio come abbiamo fatto con Dolores nella prima stagione. E lo facciamo proprio con la nuova incarnazione di Evan Rachel Wood, ora chiamata Christine.
Maeve e Caleb nella quarta stagione di “Westworld”.
Sono passati otto anni dalla distruzione di Roboamo e il mondo è apparentemente diverso, anche se in sostanza nulla sembra essere cambiato dopo che l’umanità ha riacquistato il libero arbitrio. C’è una sensazione di routine con cui ci sentiamo identificati: ci alziamo, andiamo al lavoro, torniamo a casa e ricominciamo. Questa è la vita di Christine, che vediamo svegliarsi ogni mattina proprio come abbiamo visto la Dolores Abernathy della prima stagione.
Questa non è l’unica eco di quel tempo, di questa stagione Mondo occidentale è pieno di riferimenti al suo primo anno. Tornano alcuni personaggi che abbiamo abbandonato nella seconda puntata, torniamo ai vecchi posti, c’è un nuovo parco (ambientato negli anni ’20) che ripete un copione ben noto, qualcuno ha bisogno di incontrare di nuovo sua figlia e ascoltiamo il classico giocatore pianoforte con versioni di brani di Lana del Rey o Billie Eilish. Ci sono anche strizzatine d’occhio nel linguaggio, si parla di percorsi, di narrazioni, persino Christine lavora creandoli in una società di videogiochi.
C’è un’aria di nostalgia per tempi migliori nella serie. Intorno a tutto, la guerra di Charlotte contro la razza umana. I padroni di casa sono stati usati come giocattoli, torturati per divertimento e ora ripagheranno in natura le specie che li hanno creati. È apprezzato il fatto che la sua motivazione sia chiara prima dell’inizio della stagione e che alcune rivelazioni aggiuntive su di lei e su altri personaggi arrivino in tempi relativamente brevi rispetto alle stagioni precedenti. questa nuova fase inizia bene, in parte, perché sembra familiaresi spera che non sia solo un ciclo ripetuto della serie.
La quarta stagione di “Westworld” debutterà il 27 giugno su HBO Max.