La settima arte è spesso un affare di famiglia. I Bruni-Garrel ne sono l’esempio perfetto. Prima di sposarsi con l’attrice e modella Laetitia Casta, Louis Garrel ha intrecciato l’amore perfetto con l’attrice e regista Valeria Bruni-Tedeschi. Una storia d’amore durata 5 anni durante i quali è diventato padre per la prima volta. Nel 2012, la coppia ha adottato una bambina di nome Oumy e che sembra essere sulla buona strada per mostrare il suo talento sul grande schermo, come i suoi genitori.
A riprova, Oumy Bruni Garrel proietta il suo primo film a soli 14 anni. La giovane, in piena preparazione per il brevetto universitario, incarna l’eroina della commedia drammatica di Ramzi Ben Sliman, Neneh Superstar, e dà la risposta a Maïwenn e Aïssa Maïga. Neneh, una grande ballerina, vede la sua carriera rallentata da persone arretrate per le quali il colore della pelle di una persona è apparentemente ancora motivo di rifiuto per integrarsi in una grande scuola. Un razzismo sicuramente fittizio per le esigenze del film ma che Oumy ha veramente sofferto nella vita.
Ospite di Anne-Elisabeth Lemoine a C a te questo mercoledì, 25 gennaio, l’adolescente di 14 anni ha confidato che se non avesse vissuto a rigor di termini la stessa situazione del suo personaggio, il problema era essenzialmente lo stesso: “Mi sono riconosciuto in Neneh perché mi sembrava di essere io. Ovviamente abbiamo molte differenze ma allo stesso tempo siamo molto simili, perché entrambi balliamo e abbiamo problemi a causa del colore della nostra pelle. È orribile dire che abbiamo problemi a causa del colore della nostra pelle, ma è vero. Ad esempio, io nella mia scuola di danza, sono l’unico nero. Come nel film. Ed è vero che all’improvviso ci sono molte somiglianze tra me e Neneh.“
Una famiglia insolita
Oumy ha anche confidato che l’essere figlia di Louis Garrel e Valeria Bruni-Tedeschi ha avuto delle conseguenze: “Lo sentivo ma di più quando ero piccola. Perché, già, vengo da una famiglia in cui entrambi i miei genitori sono bianchi da cui ho ricevuto molte domande, tipo ‘Ma perché sei nero?’, ‘Non sono i tuoi veri genitori’. Quindi sì, l’ho sentito ed ero tipo ‘Voglio essere bianco Dove ‘Perché sono nero?'” Un’affermazione struggente che testimonia la presenza ancora significativa del razzismo in Francia.