Thor: Love and Thunder, La notte del 12, Festival di Rifkin… quali sono le uscite cinematografiche per la settimana del 13 luglio 2022?
Ogni settimana, Ecran Large fa il suo mercato nei cinema e seleziona alcune uscite e film da non perdere (per buoni o cattivi motivi). Con il peggio della Marvel, Dominik Moll che cerca di risolvere un omicidio, un serial killer a Teheran, un mostro nella giungla tropicale, il nuovo Woody Allen e il meglio di Joe Dante e Stanley Donen tornano sul grande schermo.
ESCURSIONI CONSIGLIATE
Notti di Mashhad
Durata: 1h56
Di cosa si tratta : Nella città santa di Mashhad, all’alba del 21° secolo, un serial killer aggredisce le prostitute. Un giornalista conduce le indagini e scopre quanto siano riluttanti le autorità iraniane ad arrestare l’assassino.
Perché devi vederlo : I serial killer non mancano di degni rappresentanti, ma il terzo lungometraggio di Ali Abbasi presentato a Cannes è riuscito a tirarsi fuori brutalmente dal gioco, immergendoci nel cuore di una città sotto l’influenza di un killer che la terrorizza tanto mentre esacerba i suoi istinti più bassiil regista ci ha offerto un’indagine mostruosa, insieme a un’affascinante cronaca della banalità del male.
Costruito come un valzer micidiale tra una donna che subisce nella sua carne un regime teocratico che la soffoca, e la mente malata di un uomo che usa lo stesso sistema per giustificare la sua sete di morte, il lungometraggio è un calvario tanto impegnativo quanto impressionante. teso, organico, intenso e controllato dall’inizio alla fine, Notti di Mashhad mette duramente in discussione la viralità della violenza e la nostra capacità di accettarla.
La nota widescreen : 4/5
La nostra recensione di Notti di Mashhad
La notte del 12
Durata: 1h54
Di cosa si tratta : Una giovane donna viene bruciata viva mentre torna a casa dopo una festa con gli amici. La polizia giudiziaria è responsabile della risoluzione di questo femminicidio e presto ossessionerà il suo capitano: Yohan Vivès.
Perché devi vederlo : Perché parliamo spesso di thriller americani (come Zodiaco, Sette, Il silenzio degli innocenti) o thriller coreani (Ricordi di omicidio, ho incontrato il diavolo, il cacciatore) e che per una volta possiamo mettere in evidenza un thriller super francese. La notte del 12 è infatti una piccola meraviglia della scrittura, che permette di immergere lo spettatore nel cuore di un’accattivante indagine (e tuttavia, annunciato come irrisolto dall’inizio).
Dominik Moll riesce anche a creare una vera tensione in tutto il filo nonostante questo pannello di apertura forse frustrante. Con un’eccitante energia nell’evoluzione dei personaggi (tutti ossessionati dal femminicidio), i cambi di scenario, i giochi di verticalità… La notte del 12 poi offre molti colpi di scena e rivelazioni imprevedibili. E con preziosa modernità posa soprattutto uno sguardo lucido al sessismo della società e ai suoi paradossi, arrivando a interrogare il pubblico sulla loro visione del mondo. In breve, è un grande film, in più portato da un incredibile duo di attori: il carismatico Bouli Lanners e il muto Bastien Bouillon.
La nota widescreen : 4/5
La nostra recensione di La notte del 12
PER UCCIDERE LA BESTIA
Durata: 1h29
Di cosa si tratta : Al confine tra Argentina e Brasile, Emilia, 17 anni, cerca ardentemente il fratello scomparso. Il suo viaggio la porta all’hotel di sua zia nel cuore della giungla tropicale, infestata da una bestia mostruosa.
Perché devi vederlo : Perché Per uccidere la bestia è un primo lungometraggio dall’audacia stilistica e sensoriale piuttosto pazza. Giungla fitta, nebbia inquietante, tende accarezzate dal vento… il piccolo villaggio argentino della trama è come abitato da un vibrante mistero che la messa in scena della regista Agustina San Martín rende palpabile con grandi esplosioni di effetti di luce, riflessi e strane composizioni sonore.
Peccato per la temporalità superficialmente allungata di Per uccidere la bestia accenna alle cuciture artistiche del film, con il regista senza dubbio troppo consapevole dell’eleganza del suo ambiente per misurarne gli effetti. Lo spettatore è poi a volte lasciato a terra, difficile da raggiungere con la promessa non mantenuta di a Chiamami col tuo nome fantastico-horror.
Ma non riuscendo a terrorizzare lo spettatore con una grossa bestia mostruosa, Per uccidere la bestia accompagna con tenerezza e sensualità la ricerca emancipatrice del suo innocente protagonista. Disomogeneo, ma intrigante.
La nota widescreen : 3/5
La nostra recensione di Per uccidere la bestia
L’ESCURSIONE MENO CONSIGLIATA
Thor: Amore e tuono
Durata 1h59
Di cosa si tratta : Thor ha ancora un’altra crisi esistenziale. Jane Foster esce dalle profondità dell’MCU per recuperare Mjolnir perché ha il cancro. Valchiria è il re e non gli piace e Gorr cerca di schiaffeggiare tutti gli dei perché sono stupidi e meschini (e non può essere biasimato).
Perché lo consigliamo di meno : Il MCU ha molti film falliti, belle intenzioni incasinate, scene epiche che cadono attraverso le crepe, sceneggiature che si ingarbugliano e attori che fanno troppo o non abbastanza, ma nessuno presume che non mi importi tanto quanto Taika Waititi Thor: Amore e tuono. Il film non si prende mai sul serio e, per estensione, non prende mai sul serio il suo pubblico. Tutto è solo un grande scherzo e tutto è soggetto a clownerie, senza necessariamente essere divertente.
Thor è lo stesso personaggio del primo film e Jane Foster è ancora un oggetto di scena femminile che la narrazione fatica ad affrontare. La valchiria è inesistente, proprio come Korg che serve solo per fare battute (non divertenti, tanto per cambiare). La storia non ha posta in gioco, nessun dramma (anche se ci prova un po’ all’ultimo momento), nessuna tensione, nessun combattimento interessante e nessuna idea visiva. In breve, il film è vuoto, lungo e doloroso dato che tutto accade alla velocità della luce – nota il gioco di parole per favore.
La nota widescreen : 1,5/5, e siamo davvero gentili.
La nostra recensione di Thor: Amore e tuono (perché Simon afferma che non è poi così male)
Festival di Rifkin
Durata: 1h32
Di cosa si tratta : Una coppia americana va al San Sebastian Film Festival. Deve lavorare con un regista francese alla moda e inizia una relazione con lui. Suo marito inizia a essere geloso, ma si innamora di uno spagnolo.
Perché devi vederlo : Dal suo magnifico revival con Match point nel 2005, Woody Allen alterna tra il veramente peggiore e il piccolo meglio. Festival di Rifkin sarà senza dubbio della prima categoria, proprio accanto al suo predecessore, il minuscolo Una giornata piovosa a New York.
Ennesima e interminabile variazione su amori, desideri e dubbi, sembra questa storia di borghesi scossi dai loro vecchi ormoni un’auto-parodia estrema, senza un briciolo di fascino o malizia. I personaggi sono borse di lusso completamente vuote, i dialoghi sono incredibilmente piatti e il multiverso di Allen (psy, depressione e inganno) è stato raramente non morto. Peccato per Gina Gershon, un’attrice di talento che raramente ha ruoli degni di lei. Ma complimenti per Louis Garrel: è gratis sì, e allora?
La nota widescreen : 1,5/5
L’USCITA FREDDA
ululati
Uscita: 1981 – Durata: 1h31
Gremlins, evoluzione dei Pokemon
Di cosa si tratta : Una serie di spaventosi omicidi terrorizza la popolazione di Los Angeles. Una giovane giornalista televisiva, Karen White (Dee Wallace) aiuta la polizia ad arrestare il colpevole, cosa che non sarà senza conseguenze per lei.
Perché devi vederlo : Tutto è detto nel nostro fascicolo dedicato a ululati
La nota widescreen: 5/5
viaggio per due
Uscita: 1967 – Durata: 1h52
Di cosa si tratta : Joanna e Mark hanno una relazione da dodici anni ormai, ma stanno seriamente considerando il divorzio. Durante il loro ennesimo viaggio nel sud della Francia, rievocano la loro relazione, il loro incontro, il loro rimpianto e il loro amore… durante i loro tanti viaggi.
Perché devi vederlo : Solo perché è un capolavoro del cinema. Stanley Donen è meglio conosciuto nel mondo per le sue favolose Cantiamo sotto la pioggia (un altro capolavoro), ma il regista ha consegnato un altro lavoro cult quindici anni dopo con Viaggia in due. Con la sua coppia in piena discussione, la storia di Viaggia in due potrebbe essere caduto molto rapidamente nel deja vu, in particolare con molti flashback o una narrazione lineare che torna alla loro storia quotidiana (matrimonio, casa…).
Ma con un’idea geniale dello sceneggiatore Frederic Raphaël (che 32 anni dopo avrebbe scritto un altro capolavoro di Stanley: Occhi ben chiusi), il film di Stanley Donen diventa un’affascinante esplorazione dei ricordi di questa coppia che attraversa i confini del tempo. Grazie al montaggio creativo (firmato da Madeleine Gug e Richard Marden), i diversi strati temporali si sovrappongono a seconda delle situazioni, degli abiti o dei luoghi (anche i giochi musicali di Henry Mancini), svelando un po’ di più l’evoluzione relazionale di Joanna e Mark.
Amore in spiaggia
Risultato una magnifica riflessione esistenziale sulla coppia, insieme divertente e agrodolce, rifiutando la stupidità o il pathos, ma anche un’abile osservazione della società. Se il film parla ovviamente della gentrificazione di una coppia e del loro amore, evoca anche, attraverso gli sfondi, l’arrivo del turismo di massa. L’industrializzazione che ovviamente gioca un ruolo la disintegrazione degli sposi, sublimemente incarnata da Albert Finney e Audrey Hepburn (nel suo ultimo ruolo importante). È da vedere al cinema e piuttosto due volte che una volta.
La nota widescreen: 5/5