distintivo o secchio
Una squadra di mani rotte viene affidata a un grande caso, indaga su una banda e smantellando il suo traffico di droga, le loro carriere nella polizia coreana dipendono da questo. Per uno spionaggio di qualità, la polizia recupererà un ristorante di pollo fritto situato proprio di fronte al quartier generale dei teppisti e trasformalo in un nascondiglio. Per non destare sospetti, gli agenti della Narcotici arriveranno al punto di indossare cappelli e abiti da cameriere. Ma l’immediato successo del loro piatto d’autore rende le loro tavole le più frequentate del quartiere, assorbendo tutta l’energia dei polli in uniforme che abbandonano le indagini. In tal modo la loro attività di ristorazione è più redditizia delle loro attività di poliziadovranno scegliere.
*inserire il gioco di parole di pollo*
Questa idea assolutamente brillante ed esilarante che il film ha richiede un tempo sorprendentemente lungo per riunirsi. Piuttosto che andare dritto al nocciolo della questione e concentrarsi sul concetto di poliziotti trasformati in cuochi, Pollo Fritto Coreano ci vuole più di mezz’ora per presentarci la squadra e il caso in cui stanno lavorando. Poi improvvisamente nello spazio di tre scene, tutto corre e si lega. In questo modo, la sceneggiatura di Bae Se-young non sfrutta la progressiva perdita di controllo di questa originale sitcom. Al contrario, questo dà al film la possibilità diandare oltre il suo concetto.
Questa fretta porta inevitabilmente la storia a saltare passaggi per velocizzare la propria trama, anche a costo di sacrificare la comprensione di certi archi narrativi. Emerge una forma di artificio nella scrittura, alcuni elementi sono presenti solo per necessità di sceneggiatura senza sembrare realmente esistenti nel film. In tal modo l’aspetto puramente poliziesco è piuttosto traballante e appare superfluo, il traffico di droga e il suo boss da cartone animato servono solo a generare situazioni sempre più estreme per gli eroi.
Ala o coscia?
attiva il gusto di pollo
Come sceneggiatore e regista di Kaamelot, Alessandro Astier, “La commedia deve essere un genere fatto sul serio”e Lee Byeong-Heon rispetta questo precetto nella messa in scena della sua commedia poliziesca. Giocando su espedienti specifici del thriller, senza mai prendere in giro i codici del genere, Pollo Fritto Coreano va prima per un film d’azione. In questa storia di poliziotti che gestiscono un ristorante di pollo fritto, la cosa più pazza è che ci crediamo, proprio perché Byeong-heon fa di tutto per questo. Così, in mezzo a queste credibili sequenze investigative, il sovraccarico di lavoro rappresentato dal lavoro di cuochi per questi agenti di polizia sembra tanto più realistico.
È particolarmente nelle sue scene d’azione che Pollo Fritto Coreano dimostra la cura del suo regista per renderlo un divertente film poliziesco. In diverse occasioni, i personaggi se ne vanno risolvi le loro differenze con i calci di salto. E quello che avrebbe potuto essere un massacro visivo è al contrario piuttosto ordinato grazie a coreografie piuttosto impressionanti. Ogni combattimento ha la sua realizzazione, sia giocando con il confronto in background, facendoci precipitare nel cuore della mischia, sia usando il fuori campo. Byeong-heon non esita a farlo affronta dozzine di gangster in un divertente caos organizzato che dà uno schiaffo alla battaglia finale di Il cavaliere oscuro risorge.
Le situazioni comiche non sono trattate con ingratitudine e ricevono altrettanta attenzione dal regista. Che si tratti degli attori che emergono dall’inquadratura o del ritmo delle interazioni tra gli attori, Pollo Fritto Coreano riprende la meccanica del burlesque. Nonostante questo, sbuffiamo più di quanto ridiamo per tutti gli sforzi fatti. Le situazioni ti fanno sorridere, e l’intera faccenda è molto lontana dall’essere un calvario da guardare, ma le sequenze non spingono abbastanza il cursore delle battute eppure buono. E non è la musica con il chiocciare delle galline che ci porterà lacrime di risate perché è sconcertante.
Pollo coreano dei poliziotti
La più grande forza di Pollo Fritto Coreano non è nel suo talento di farci venire fame, ma in il buonumore comunicativo che emerge da questa brigata di amici più dei colleghi. Il loro cameratismo trasuda autenticità, fornendo i momenti più divertenti e ricorda la piacevole curatela dello spettacolo. Brooklyn nove-nove. La loro alchimia lavora fino all’umorismo di ciascuno, diverso ma complementare, dando vita a dialoghi tanto gustosi quanto sottili alla maniera di Kaamelot.
Tuttavia, mentre nascondersi con questo gruppo di compagni di lavoro è divertente, i personaggi non sono altro che gli archetipi che incarnano e le gag che rappresentano. Così, la caratterizzazione di ciascuno gira in tondo fino a quando un ultimo atto si sente obbligato a far oscillare frontalmente le rispettive storie. Risultato : tutti i personaggi sono presentati in modo totalmente diverso agli occhi dello spettatorecontraddicendo la prima parte del film.
I maggiori difetti di caratterizzazione si manifestano soprattutto con gli unici tre personaggi femminili che combinano stereotipi visti troppo spesso al cinema. Infatti, ci troviamo con il poliziotto duro dal carattere forte, contrapposto all’eterna casalinga il cui marito ha i piedi infilati sotto il tavolo mentre lei serve la cena. Infine, l’ultima classica figura femminile del film d’azione, la muta guardia del corpo del cattivo, tanto un combattente quanto un buon cagnolino che risponde agli ordini.
Se i personaggi meritavano una (ri)scrittura e un approfondimento, lo sono comunque tutto accattivante grazie alle interpretazioni degli attori. Ognuno riesce a giocare con il proprio corpo e il proprio viso, sia nelle scene di dialogo, come nei combattimenti o nelle acrobazie. Per questo possiamo ringraziare il lavoro del regista che ha saputo dirigere brillantemente i suoi attori per sfruttare al meglio la loro fisicità, mentre alcuni provenivano da commedie romantiche (Gong Myoung) o thriller (Jin Sun-kyu, Ryu Seung-ryong).
Pollo Fritto Coreano sfrutta appieno il suo concetto geniale, spingendolo al limite per momenti più decisamente assurdi. Purtroppo, poche gag servono questa trama troppo povera e fanno davvero ridere nonostante l’evidente complicità dei personaggi. Siamo lontani da un Poliziotti molto cattivi con Will Ferrell e Mark Wahlberg che hanno saputo mescolare un’indagine ben scritta e un umorismo eccellente.
Il pollo fritto coreano è disponibile in DVD e Blu-ray dal 1 luglio 2022.