LE BESTIE DEL SUD SELVAGGIO
Una montagna ombrosa si staglia contro un cielo di nubi lattiginose, la cui sommità è oscurata da una nebbia spettrale. Uno strano suono satura gradualmente lo spazio, fino a sovrapporvi una voce, di quelle che si immagina accompagnare un antico K7 di meditazione assistita. Una sfumatura sfumata ed eccoci nel bel mezzo di un autobus notturno, sospinti nel cuore di quello che sembra un incontro casuale tra due ragazzi soli, tra cui i progetti sono tanto vaporosi quanto minacciosi. La tensione smorta del più piccolo fotogramma, e sappiamo già che in ogni momento la realtà, come la nostra percezione, rischia di crollare completamente.
Sarà tutto nero
Questo guaio, che attraversa Lo straniero dalla fotografia, al taglio fino al montaggio falsamente languido, contribuisce a rimescolare rapidamente le tracce offerte dal racconto per sovvertirne il genere. Perché sulla carta il nuovo film diretto dal comico Thomas M. Wright è un thriller sotto copertura, una storia la cui tipologia è ben nota, con i suoi spunti di tensione, il suo discorso necessariamente atteso sulla diluizione della personalità o le sue numerose allegorie sulla natura della figura dell’attore. E contro ogni previsione, forse proprio perché il suo autore è prima di tutto un attore, il film traccia una strada ben diversa.
In sostanza, spinge ai margini della trama tutte le figure imposte o anticipate dal suo spettatore, in particolare le rivelazioni sul grado di consapevolezza delle problematiche da parte di tale e tale protagonista. La quantità di informazioni spesso sconvolge i nostri sentimenti o le nostre aspettative, ma sono appena sussurrate, mai al centro del dispositivo, non più di quanto mirano a generare in noi scariche di adrenalina più o meno futili. E per una buona ragione, fin dall’inizio, seguiamo prima il punto di vista non dell’infiltrato, ma del suo bersaglio.
Sean Harris, dottorando in malessere cosmico
L’INCREDIBILE VIAGGIO
Questo bersaglio si chiama Henry, ed è Sean Harris che lo interpreta. Un comico spesso scelto per prestare i suoi lineamenti a tutto ciò che l’umanità ha da offrire come cattivi, assassini e pervertiti, è in grado di flirtare con l’autoparodia quando non è diretto con precisione o il suo personaggio è scarsamente caratterizzato. LIl lustro nebuloso che qui conferisce al misterioso Henry è quindi particolarmente impressionante. Sospettato del rapimento e dell’omicidio di almeno un ragazzino, questo è un vecchio viaggiatore con lo zaino in spalla, che è quasi sempre riuscito a rimanere ai margini del sistema giudiziario.
Ma è per questo lui, lo sconosciuto che dà il titolo al film? In parte sì, considerando quanto bene Harris riesca a dare vita a un uomo opaco, di cui non coglieremo mai la natura, le motivazioni. La sua verità, per quanto inquietante possa sembrare, continua a scivolare via. Ma se il film ci inganna in modo così potente, è in gran parte merito di Joel Edgerton, così come la gestione dei suoi sentimenti contraddittori attraverso la messa in scena, ma anche il missaggio del suono.
COPPIA CINEGENICA
Perché anche lui si evolve in terra incognita. Non tanto perché l’infiltrato metterebbe in dubbio il suo impegno o la natura del suo rapporto con il suo obiettivo, ma perché anche lui si sta allontanando un po’ di più dall’umanità ogni giorno di più. E non è ovviamente un caso che, infrangere i codici stabiliti da diversi decenni di Ozploitationle riprese si collocano piuttosto nella continuità di un Michaud o di un Kurzel, che hanno “raffreddato” la rappresentazione della regione.
Di natura selvaggia e carbonizzata dal sole, la boscaglia qui diventa una vasta terra di nessuno antracite, una sorta di interzona indefinita, inebriante e derealizzata al tempo stesso. È quest’ultima dimensione che permette Lo straniero di passare dal thriller inquietante all’inebriante proposta cinematografica. Una progressione sempre accompagnata, anche amplificata dal suono, che ama mettere alla prova i nostri timpani, mescolando lo sfiancante partitura dei grilli, attorcigliati fino ad evocare le pale degli elicotteri. Un gesto tutt’altro che libero, che intreccia più sequenze tra loro e fa quasi riversare il tutto in un surrealismo molto lynchiano.
Veniamo progressivamente stregati da questo spazio che sembra sempre più un labirinto mentale e anche se l’indagine diretta dal personaggio di Edgerton diventa improvvisamente più concreta, l’accumularsi di gradi di bugie e di vertigini passate trasformano gli ultimi sconvolgimenti dell’indagine in un inquietante naufragio. Ed è qQuando Mark scoppia in lacrime, qualcosa di indicibile si rompe in noiconsapevolezza della densità della messa in scena di Wright, che per due ore è riuscita a sprofondarci in un aldilà disumano e disperato.
The Stranger è disponibile su Netflix dal 19 ottobre 2022 in Francia