fbpx

questo Aussie Psycho che fa il carpaccio Shining

Quando il paese di Mad Max offre un viaggio in una casa di riposo, potresti anche prendere precauzioni. E giustamente, dato che Next of Kin è un grande incubo.

Gli anni ’60 finiscono e sugli schermi australiani è la berezina. Le sale cinematografiche sono quasi esclusivamente monopolizzate dalle produzioni anglosassoni e le testate americane sono quasi le uniche ad avere il diritto di citare in tutto il vasto territorio. Il pubblico, conquistato dalla loro causa, non si lamenta, ma le autorità pubbliche sembrano desiderose di sostenere la produzione locale, che potrebbe benissimo essere risvegliata dal ritorno nel Paese di una generazione di aspiranti cineasti, per lo più formatisi all’estero.

Questa combinazione porterà alla nascita della Ozploitation, etichetta canora, ma più difficile da definire di quanto sembri. Per alcuni, evoca solo la filmografia di George Miller, padre di pazzo maxe una manciata di serie B furiose, come Razorback. Ma il movimento era più ampio, mutevole e non classificabile. Agli antipodi del cinema sempre più marcato offerto dagli studi di Hollywood sono emerse creazioni folli, in cui Il prossimo di Kin si fa sembrare un terrificante paria.

Linda, prima del caos

UN KIWI DI CARNE

Quando Tony Williams inizia le riprese del suo film, l’eccitazione per Ozploitation è in pieno svolgimento. pazzo max è stato rilasciato tre anni prima, rivelando al grande pubblico di tutto il mondo cosa sta succedendo nella boscaglia australiana. Per quanto riguarda gli spettatori e altri in cerca di curiosità, guardano a ripetizione da quasi un decennio ormai. Svegliati spaventato e Le auto che hanno divorato Parigidi loro polverose gemme del terrore esistenziale. È molto di più con queste due pepite che con l’Interceptor di Max che la Williams ha a che fare.

Leggi  Dove cantano i gamberi: Spiegazione della fine!

Segue Linda, una giovane donna apparentemente tranquilla che ha appena ereditato una casa di riposo, fondata decenni prima da sua madre e sua zia. Il vasto edificio, per quanto isolato e alquanto inquietante possa essere, è un’azienda che gestisce, ricca dei suoi pazienti e della reputazione dei suoi caregiver. Ma quando la nuova padrona del luogo prende residenza, è per scoprire una realtà molto meno rosea.

Non solo diversi pazienti sembrano vivere in un’angoscia non proprio compatibile con l’idea che tutti hanno di un lieto fine della vita, ma Linda mette presto fine al diario di sua madre. Ci sono notizie di eventi inquietantiper non dire bizzarri… che sembrano ripetersi nel presente.

Parente prossimo: foto, Gerda NicolsonPensionanti di gufi

Da questa eco narrativa tra un mistero nel passato e un orrore nel presente nasce una delle prime vertigini di Il prossimo di Kin : la sua capacità di minare gradualmente tutte le nostre certezze. Che cosa, in questa favola inquietante, è realmente reale? È la visione della protagonista del passato della sua famiglia e della natura degli abusi perpetrati nel suo EHPAD artigianale? Qualcuno sta manipolando la propria percezione della realtà per manipolarla meglio?

Lascia un commento