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Quantumania’, solo Jonathan Majors salva il disastro

Lasciandosi alle spalle una fase di lutto come Pantera Nera: Wakanda per semprela Marvel ha deciso di valorizzare il suo lato più comico per compensare quanto sopra Ant-Man e Wasp: Quantumaniala terza parte della più piccola saga di eroi del franchise, appena uscita nelle sale.

Per chi tiene il punteggio, questo non è solo il 31° film del Marvel Cinematic Universe, ma è anche il la produzione con cui si apre la sua Fase 5. È diretto da Peyton Reedlo stesso che ha firmato le due voci precedenti della trilogia uomo formicae scritto da jeff amoreche debutta come sceneggiatore al suo primo film.

Dopo diversi film che hanno sentito parlare del Regno Quantico, finalmente si materializza in questa terza puntata, mostrando sullo schermo un universo che sembra esistere al di là delle nozioni di spazio-tempo. I protagonisti arrivano a tanto grazie a Cassie Lang (Kathryn Newton), la figlia di Scott (paolo rudd), che è cresciuto e ha saputo costruire un radar con l’aiuto del nonno (michael douglas) per ritrovare tutti coloro che potrebbero perdersi in questo luogo immensamente piccolo. Per caso, l’intera famiglia finisce nel Regno Quantico, anche se lo faranno separatamente e Janet (Michele Pfeiffer), Hank e Hope Van Dyne (Evangelina Giglio) dovrà cercare Scott e Cassie.


Questo sarà il punto di partenza del lungometraggio, il cui obiettivo principale sarà quello di far avanzare la storia, anche se insiste ad andare in altre direzioni e finisce per essere una caricatura di se stessa piena di battute forzate -e anche un festival di effetti speciali senza giustificazione-.

I primi due film di Ant-Man hanno funzionato grazie alla loro premessa ed è vero che un eroe con i piedi per terra come Scott può attirare l’attenzione, che in realtà è un ragazzo molto vicino e abile che può diventare molto piccolo e controllare le formiche.

L’idea funziona e può funzionare se hai anche personaggi interessanti come The Wasp -che, tra l’altro, dovrebbe avere il suo posto nel franchise- o con risorse succose come Quantum Kingdom. E dobbiamo anche evidenziare i momenti emozionanti della produzione, tutti durante le interazioni familiari, in particolare con Scott e Janet.

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Tuttavia, tutto il positivo rimane in un tappo con un impeto di schiuma ed entusiasmo, da allora il film non è in grado di sfruttare gli strumenti che ha per spremere il potenziale che avevo all’inizio.

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Tralasciando lo stemma della famiglia così evidente e che si insiste a sottolineare Ant-Man e Wasp: Quantumaniail lungometraggio è in realtà un album fotografico quasi vuoto e in cui c’è solo interesse a descrivere i personaggi maschili.

Scott Lang ha avuto la sua possibilità di brillare in un massimo di tre titoli e in un’intera saga, e dopo un sequel che prometteva il contrario e non è bastato nemmeno per sviluppare un co-protagonista, il terzo tentativo non delude nemmeno. Sembrava che la forza del gruppo avrebbe fatto risaltare altri profili, ma il favoritismo è più potente del cattivo del film e ancora non gli dà l’importanza che meritano Hope o la nuova arrivata Cassie, che sono anche al di sotto dell’irritante MODOK.

Comunque il film riesce a non oscurare Kang, il nuovo cattivo della Marvel e un personaggio che non potrebbe essere interpretato meglio da Jonathan Majors. Il suo lavoro è quasi più eroico dello stesso Ant-Man, poiché è in grado di distinguersi da solo tra la montagna di difetti.

Usando le sue sottili espressioni facciali, l’interprete usa il suo carisma per dare vita a un personaggio malvagio, che sembra essere la cosa peggiore che i protagonisti dovranno affrontare dopo aver sconfitto Thanos. Il suo talento conferisce al cattivo l’attrattiva e il magnetismo di cui ha bisogno, e tutto questo senza quasi dire una parola.da Kang -che abbiamo visto prima in Loki– né ha bisogno di fare un grande sforzo per dimostrare l’immenso potere che possiede.

Lui è il motivo convincente che potrei dare Ant-Man e Wasp: Quantumania suoi spettatori a continuare a confidare nella Fase 5 appena avviata. L’altro incentivo sarebbe il resto del suo cast, che nonostante tutto riesce ad aggiungere un po’ di significato a un lungometraggio piuttosto vuoto e senza molta più sostanza di quello, a cui si aggiunge l’esistenza del Reame Quantico che, almeno finora, non sembra così interessante come è stato dipinto.

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