SQUADRA DEL CUORE
Dopo il semi-fallimento di La torre di controllo infernale 2 e il successo di Platanoci siamo quindi chiesti cosa avrebbe regalato la sua inaspettata alleanza con Blanche Gardin e Noé Debré. C’è da dire che l’accoppiamento non manca di brio : dietro Resistenza dell’aria, I Cowboys o profondo, Debré è una delle grandi speranze degli sceneggiatori francesi, mentre Blanche Gardin, qui co-sceneggiatrice e attrice, si è fatta le ossa al Jamel Comedy Club prima di esplodere sul palco ai comandi di un impressionante spettacolo agrodolce.
Il trio quindi viene da noi con I problemiuna favola satirico-debilitante-euforica, in cui un gruppo di zadisti che spuntano tutte le scatole dei cliché libertari contemporanei scopre con orrore di essere gli unici sopravvissuti a una pandemia globale. Un punto di partenza molto più ambizioso e originale di qualsiasi cosa proveniente dalla commedia di Franchouillarde, sempre condannato a riciclare le ricette di una Labiche inviata allo stadio anale.
Blanche Gardin e Eric Judor
Si potrebbe temere che I problemivolendo troppo caricaturare la sua troupe di neo-ecolos-bobos-femministo-poliamorosi, non riversa in cliché reazionari e disprezzo di classe, difetti in opere recenti come diga dei gangster Dove A braccia aperte. Sarebbe malinteso Eric Judor, che qui dispiega un’immensa tenerezza, oltre che un sincero amore per i suoi personaggi.
Piuttosto che criticare le loro scelte, decide di sottolinearne le contraddizioni, i vagabondaggi rivelano una dolce follia, con un’evidente simpatia per la loro ingenuità. Un approccio che permette al film di ridere tanto di se stesso quanto dei suoi protagonistiin particolare grazie all’ottima scrittura del personaggio di Judor, contrappunto destrorso e individualistico, che completa la sfumatura dell’accusa contro i deliziati dal declino.
Incredibile ma vero: una divertente commedia francese
COMMEDIA RIBELLE
La grande qualità del film è riuscire a gestire risate ben diverse, che vanno dalla pura situazione comica e l’isterizzazione degli stereotipi, a un contagioso amore per le parole. Così, giochi di parole, espedienti linguistici basati su esitazioni, balbuzie, un ritmo umoristico che a volte appassisce, a volte si restringe, forniscono all’insieme (soprattutto la prima mezz’ora) un forte potenziale comico.
D’altra parte, ci rammarichiamo che, nonostante le risate significative e una valanga di idee che regolarmente colpiscono nel segno, il filmato non riesce a trasmettere paletti e struttura chiari. Così, dopo un primo atto spesso esilarante, I problemi si trasforma in un susseguirsi di schizzi. Se sono quasi sempre divertenti, l’assenza di legante si fa sentire gradualmente e impedisce a questa grande commedia di elevarsi al di sopra della sua condizione di intrattenimento seducente.