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l’affresco oscuro e pessimista dell’umanista Spielberg

Salvare il soldato Ryan è stasera alle 21:10 su France 3.

Uno sguardo ad alcuni grandi film più o meno amati da Steven Spielberg, come l’affresco umanista Dobbiamo salvare il soldato Ryan con Tom Hanks.

Fra Documenti del Pentagono e Giocatore pronto unoc’è un mondo: quello di Steven Spielberg, regista essenziale che da decenni regna su Hollywood, al di là delle mode e dei generi.

Ecran Large ripercorre una manciata di film memorabili, più o meno amati dal regista, dal suo debutto ai suoi più recenti successi.

Tom Hanks

IL TETTO DEL MONDO… E DOPO?

la lista di Schindler è stata la consacrazione suprema per Steven Spielberg, che ha ricevuto sette Oscar per questo grande dramma storico in bianco e nero. Il regista regna quindi sovrano su Hollywoodqualunque sia la sua parte: è un autore acclamato e premio Oscar oltre ad essere un grande maestro dello spettacolo popolare grazie a Jurassic Park. Con i primi anni ’90 che lo avevano portato sul tetto del mondo, c’era il timore che Spielberg cadesse in una specie di comoda pantofola e si riposasse sugli allori, come tanti artisti una volta avevano assicurato ai loro posteri.

Poi, nel 1998, esce Dobbiamo salvare il soldato Ryane Hollywood vacilla di nuovo.

FotoSteven SpielbergSteven Spielberg e i suoi attori sul set

Dobbiamo salvare il soldato Ryan riesce a lasciare il segno nel genere dei cosiddetti film di guerra, ma saturo di pepite ritenute insuperabili come Apocalisse ora, Plotone Dove Giacca interamente in metallo, grazie al rischio artistico da parte del suo direttore. Lontano dall’estetica psichedelica di Coppola, metti da parte la drammatizzazione di Oliver Stone: filmare la guerra in tutta la sua orribile realtà, lo stile sarà il più vicino possibile a quello del “documentario”con fotocamera a mano e campi lunghi senza tagli.

Verrà lavorato sul realismo anche nel modo di filmare la morte, e il risultato darà un film che, rifiutando l’epopea, cambierà per sempre il modo di filmare la guerra.

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FotoL’ouverture di Salvate il soldato Ryan, uno dei pezzi più belli dell’intera carriera di Spielberg

ALLA GUERRA COME ALLA GUERRA

Lo sbarco in Normandia non vede emergere nessun eroe, solo uomini che corrono alla cieca verso la loro perdita, falciati dai proiettili e cadendo dolcemente senza esagerare. La morte si aggira e falcia a caso, ingiustamente e senza obbedire a nessuna logica drammatica. Spielberg filma qui l’umanità in tutta la sua tragedia : ogni individuo può credere nel proprio destino, ma la guerra se ne frega e mette sullo stesso piano ufficiali e soldati, coraggiosi e codardi, misericordiosi e spietati, credenti e atei. Nel grande caos della guerra, il karma di copione non esiste o quasi non esiste, non premia o punisce le buone o le cattive azioni.

FotoUna squadra d’urto

Prendendo l’assurdità del conflitto a testa alta, Steven Spielberg fa esplodere i codici di genere abbracciando pienamente la brutalità agonia della guerra, e filma le infermità, i corpi a brandelli e le morti insensate non come gloriosi prezzi da pagare per un ideale eroico, ma come tanti sacrifici insensati. L’unico ideale valido è quello della missione di Tom Hanks: salvare un giovane stupidamente sacrificato.

Dobbiamo salvare il soldato Ryan è per il suo tempo un picco di violenza realistica, e non è ancora invecchiato un po’. Affresco cupo, pessimista, ma umanista e rifiutante del cinismo, il film vincerà cinque Oscar e avrà una notevole influenza (non sempre per il meglio). Un’ulteriore prova, se ce ne fosse bisogno, che Spielberg è un immenso regista.

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