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il pubblico diserta le sale perché ci sono troppi film, secondo Vincent Lindon

Invitato a promuovere il suo prossimo film, Con amore e determinazioneVincent Lindon ha colto l’occasione per tornare su uno dei problemi fondamentali del cinema attuale.

Questo non è più da dimostrare per molto tempo: i tempi non sono buoni per le stanze buie. Che siano le cicatrici della pandemia da cui i cinema stentano ancora a riprendersi, l’inesauribile proliferare delle piattaforme SVoD, l’inflazione che colpisce anche il pacchetto più innocente di Barilla nei supermercati, o anche la cronologia mediatica tristemente disprezzata, lo sfruttamento francese accusa, non solo, un preoccupante calo delle presenzema soprattutto una storica crisi economica.

Quindi, ovviamente, lo streaming, il Covid e l’inflazione possono funzionare solo contro i cinema. Tuttavia, questi fattori esterni non possono ragionevolmente essere considerati gli unici fattori all’origine di questo progressivo disincanto nei confronti del grande schermo. Infatti, secondo un recente studio del CNC, se alcuni spettatori hanno effettivamente scelto di disertare i cinema a favore di altri media, o semplicemente perché hanno perso l’abitudine di andare al cinema dopo la loro prolungata chiusura nel 2020 e nel 2021, Soprattutto, il 23% dei francesi ha riconosciuto che pochi film hanno suscitato il loro interesse.

Una programmazione che lascia sul pavimento?

troppi film (uccidi film)

Potrebbe davvero essere la qualità dei film da incolpare? Secondo l’attore Vincent Lindon, se c’è davvero un po’ di questo, l’essenza del problema è altrove. Invitato a promuovere il suo prossimo film Con amore e determinazione nel programma Inter di Francia La grande intervistal’attore e regista si interrogava così sulla profusione dell’offerta cinematografica:

“Penso che facciamo un po’ troppi film […]. Naturalmente il numero di buoni film francesi è aumentato enormemente nel corso degli anni, ma il numero di film in generale è aumentato. Quindi ovviamente ci sono meno pepite e sono più difficili da trovare poiché, ogni mercoledì, escono dagli 8 ai 13 film. Ci sono solo sette giorni nella settimana. […]. Sono troppe cose, troppe proposte. Ma per il resto, sì, ci sono film assolutamente fantastici”.

Quindi ci sarebbe troppi film, e in effetti, film più medi (anche pessimi) la cui proposta eclisserebbe quelli più ambiziosi, o semplicemente meglio realizzati. In tal modo, progetti davvero attraenti (o almeno divertenti) sarebbero sempre più difficili da trovare tra la pletora di film che riempiono i cinema ogni settimana e, successivamente, scoraggiano gli spettatori dall’andare al cinema.

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Andiamo d’accordoil cinema non è morto e ogni anno escono ancora ottimi film. Per citarne alcuni, l’eccellente padrino iraniano Leila e i suoi fratelli, La nuova follia di George Miller Tremila anni ti aspettano, L’ultima gemma di Park Chan-wook Decisione di partire o anche il mostro del cinema Come Bestas sono tutte piccole meraviglie che è stato possibile scoprire nelle sale nel 2022. Tuttavia, queste proposte rischiose non vengono sempre avanzate dai distributori, e molto spesso si ritrovano affogate in una marea di proposte più insulse.

e una mancanza di know-how

Perché c’è davvero una notevole perdita di know-how rispetto al cinema cosiddetto “medio”, cioè quello che non risponde alle grandi produzioni in franchising o ai film indipendenti piuttosto riservati ad un pubblico stagionato. Nel tempo, questi film che assicuravano, nell’ombra, una frequentazione quasi continua delle sale tra due blockbuster, sono diventati sempre più standardizzatotanto che sono finiti annoiava il pubblico.

Questo, ad esempio, è stato notato dal regista e sceneggiatore Laurent Tirard (Il piccolo Nicolas, Il discorso) nel corso di un colloquio concesso a Jérôme Lachasse for BFM TV : “C’è qualcosa che sentivamo stava arrivando e che purtroppo è stato accelerato dal Covid. Me ne sono accorto nel 2018, quando il Il ritorno dell’eroe. I film che avrebbero dovuto fare 1 milione di spettatori iniziavano a farne 700.000 o 800.000″. La crisi attraversata dai cinema troverebbe quindi la sua fonte piuttosto nell’offerta proposta che negli altri fattori esterni generalmente evocati per giustificare il calo di affluenza delle sale.

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Si tratterebbe quindi di porsi le domande giuste per poterlo farestimolare un rinnovato interesse pubblico per le sale cinematografiche. Reinvestire nella qualità della sceneggiatura, ma anche, più in generale, nella proposta artistica. Produrre meno, ma meglio? Tante proposte pensate per dare il posto d’onore ad una grammatica cinematografica più esigente e attenta, perché se il cinema è un’industria, resta anche, e soprattutto, il 7° art.

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