A capo del MCU dal 2008, Kevin Feige sentiva che le sue ambizioni creative erano ostacolate da un superiore eccessivamente reattivo… e i capi della DC lo stavano adocchiando.
È un aneddoto degno di un nuovo multiverso: immaginate che alla fine della Fase 2, il Marvel Cinematic Universe perda il suo creatore, il visionario Kevin Feige. Siamo nel 2015, poco prima Thor non trova il senso dell’umorismo e quello Uomo Ragno torna con il botto nelle vesti di Tom Holland. Il MCU ha poi una dozzina di film, che hanno generato circa 9 miliardi di dollari di incassi al botteghino mondiale (3,5 miliardi, solo negli Stati Uniti), e l’uomo d’affari ha grandi speranze per il resto dell’universo che ha creato. Ma la direzione non lo segue e sta per fare le valigie. Un’altra super compagnia di intrattenimento gli fa delle avance.
Masterclass: imporre le tue condizioni al capo
Questo aneddoto è Matteo Belloni, giornalista della rivista Puck Newsche lo racconta in una di queste cronache, sulle ambizioni dei parton del gruppo Warner:
“David Zaslav, l’amministratore delegato della Warner Bros., si aggirava intorno a Feige, che a quanto ho saputo aveva avviato discussioni serie con il team della Warner. Stava cercando di sfuggire alla supervisione di Ike Perlmutter, che era così il pazzo CEO della Marvel Bob Iger e Alan Horn (rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e CEO della Disney, ndr) si è abilmente schierato dietro a Feige.
Secondo Belloni, la Warner vorrebbe rendere il DCEU un franchise redditizio almeno quanto l’MCU – non è così, nonostante marchi leggendari come Superman, Batman e Wonder Woman. Da qui la volontà di bracconare chi ha dato vita a questa brillante idea imprenditoriale: riprodurre al cinema i crossover dei fumetti, per creare aspettativa e una base di fan fedeli. Sono quasi arrivati.
A quando la combo Justice League x Kevin Feige?
Alla fine della seconda fase del MCU, Kevin Feige è determinato a portare nell’universo nuovi eroi, eroi che non assomigliano Thor, Uomo di ferro e altri (mi vedi arrivare: vuole eroine, eroi neri e latini, eroi LGBT…). Ciò dispiace fortemente a Ike Perlmutter, capo del gruppo Marvel Studios, “N+1” del produttore: Perlmutter è un uomo d’affari anziano e stagionato, un fervente sostenitore di Donald Trump, che ha avuto successo nella vendita di giocattoli. Convinto che questi nuovi eroi non venderanno nessun prodotto derivato, nessun merchandising, chiede a Feige di attenersi al primo Vendicatori.
Finalmente Feige manovra con il capo della Disney, e l’organigramma è sconvolto (i 9 miliardi di dollari di incassi non sono certo per niente lì). L’estro di Feige è acclamato: consentirà alla Marvel di raccogliere quasi 17 miliardi in più in 7 anni e Pantera nera diventerebbe uno dei più grandi successi della storia del cinema negli Stati Uniti (con 700 milioni di quasi tuttofare, il film è nella Top 5 dei migliori risultati del Nord America).
Il distacco di Kevin Feige dal truffatore di Perlmutter consentirà in particolare all’MCU di svilupparsi per diventare la gigantesca macchina sciocca che conosciamo oggi (parentesi: una macchina sciocca che è ben mangiata da Top Gun, altrimenti). Più concretamente, permette l’arrivo di nuovi eroi, ma anche l’evoluzione di eroi leggendari come Thor e Spidey.
Ci chiediamo ancora quale direzione avrebbe preso il DCEU, se dal 2015 (cioè prima Batman v Superman: L’alba della giustizia), Kevin Feige si era trasferito alla Warner. Il fiasco Lega della Giustizia del 2017 hanno avuto luogo? Ne avremmo avuti due Squadra suicida, compresa una bozza? In quest’altro universo, le parole “Snyder” e “Cut” sarebbero state unite in un hashtag? Alle tue matite, aspettiamo le tue fan fiction!