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Fantastici quattro: recensione schizofrenica

NON E’ FANTASTICO

Né. Allo stato attuale, il film prodotto dalla Fox con l’ovvio obiettivo di mantenere i diritti sul franchise di supereroi venduto dalla Marvel è principalmente testimone di una formidabile battaglia, tra uno studio e un regista, tra specifiche e una visione. Ed è proprio questo che lo rende eccitante. Perché, al di là dei suoi pregi e difetti, quasi equivalenti in termini di impatto, Fantastici Quattro è opera di uno schizofrenico quasi mai visto, e si impone come testimone inaspettato del suo tempo.

Siamo prima di tutto presi dalla forza delle prime due bobine del film. Per quasi 50 minuti, il film mette in scena un’incredibile spaccatura dal fascino devastante. Nella sua introduzione e nello sviluppo dei suoi personaggi, il film di Josh Trank realizza la stupefacente unione tra l’ingenuità delle produzioni Amblin (I Goonies, ET…) e la pretesa influenza dell’autore, ovvero il cinema di David Cronenberg. Il risultato è un mix terribilmente efficace e cinematografico di fantascienza ingenua e angoscia adolescenziale, un punto di vista fresco e pertinente che consente al film di elevarsi immediatamente al di sopra degli adattamenti dei fumetti.

Quando analizzi lo scenario, perplesso

Questo precario equilibrio è saldo grazie a una reale preoccupazione per l’adattamento e la scrittura dei personaggi. Il filmato ci ricorda che non vedevamo un blockbuster di supereroi da molto tempo. soffermarsi sui difetti, i dubbi, i collegamenti, gli affetti dei suoi protagonisti. Quindi, quando i corpi cambiano, quando i poteri si affermano, quando i campi prendono forma e quando i nostri eroi sono portati a compimento, è a un’avventura multipla e potente che questi Fantastici ci invitano.

FotoColpisci forte e cadi

I 4 SCATTO NEL MURO

Purtroppo, tre volte purtroppo, questo risultato viene spazzato via con estrema violenza da un montaggio che macella letteralmente il film nella sua seconda metà. Siamo sbalorditi nel vedere una sequenza, ovviamente incompiuta, interrotta da una scatola che sembra una gag. “1 anno dopo” ci colpisce l’assemblea, evacuando quasi un intero atto e altrettante disavventure, sviluppo dei personaggi. Sentiamo quindi che il film cambia completamente direzione mentre lo studio cerca di fargli trovare la carta dell’intrattenimento Marvel, accelerando il ritmo e calpestando tutta la costruzione che lo precede.

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E Fantastici Quattro ad annoiarci con scene assurde, con effetti speciali pasticciati, fino a una conclusione che immaginiamo concepita in condizioni di quasi improvvisazione, è così costernata dalla banalità. Mancano molte scene, viste nei trailer, in particolare gli scontri degli eroi con i soldati americani, come se la Volpe avesse cercato in extremis di appianare quello che potrebbe essere. E quando la Major non riesce a cancellare del tutto i dubbi o i conflitti che infiammano i personaggi, preferisce farli sparire, anche a costo di lasciare solo lo scheletro di un terrificante Doom, affascinante ma tragicamente incompleto.

foto, Kate Mara, Miles TellerLavoro deco intenso e accecante

Restano qua e là bagliori formidabili, una violenza tanto inaspettata quanto rilevante, un cast che a volte sembra senza peso in quanto riesce a reinventare ed estendere la mitologia originale. Ciò che rende così prezioso Fantastic 4, al di là della sua prima metà di successo, è questa stupefacente testimonianza degli anni 2015. Questa istantanea dell’industria dello spettacolo, chiaramente terrorizzata da un’ambizione di immensa semplicità, quella che spinge un regista a mettere in discussione il suo soggetto, piuttosto che scaldandolo nel microonde.

Locandina

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