Dopo una carriera monumentale, l’attore francese Jean-Louis Trintignant è morto all’età di 91 anni.
Come molti attori della sua generazione, Jean-Louis Trintignant non intendeva davvero diventare un attore. di un timidezza malatae, l’attore francese si è fatto un nome per la prima volta in teatro, cosa che ha scoperto timoroso, ma determinato, dopo essere stato affascinato da una performance di Charles Dublin nelAvaro di Molière.
Dopo alcuni anni trascorsi sulla scacchiera incatenando Shakespeare, Ionesco o anche George Bernard Shaw, l’attore finalmente cede, dovendo riempirsi le tasche, al richiamo del cinema. Spinto inizialmente da un desiderio di realizzazione, sarà quindi davanti alle telecamere che Jean-Louis Trintignant si sforzerà di dispiegare la misura del suo talento.
Decollo di carriera al fianco di BB
Basterà anche il suo primo vero ruolo per lanciare la sua carriera. Sedotto dal suo candore e dal suo fisico snello, Roger Vadim lo scelse, nel 1956, per interpretare Michel Tardieu, l’amante di Brigitte Bardot nel film sulfureo E Dio creò la donna. Una storia d’amore che traboccherà anche lo schermo, e che avrebbe potuto attribuirgli per sempre l’immagine di un maldestro seduttore, se non si fosse precipitato nella direzione opposta.
Attore poliedrico, Trintignant moltiplica i registri. Dopo aver interpretato lo studioso Roberto Mariani sotto la direzione di Dino Risi nell’iconica commedia all’italiana Lo spacconeil lussurioso Bernard in I sette peccati capitali di Jacques Démy, o anche l’aberrante capitano Serge nel Parigi sta bruciando? di René Clément, è finalmente Claude Lelouch che lo rivelerà al grande pubblicoe lo innalzerà alla fama che tanto temeva.
Ai tuoi fazzoletti
Nel 1966, l’attore diede per la prima volta una risposta ad Annouk Aimée per l’affresco romantico e afflitto, Un uomo e una donna. Il film è un trionfo malinconico, e vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Appena tre anni dopo, Trintignant sale gli iconici gradini rossi, poi sul conto del Z di Costa Gavras, che gli farà guadagnare, senza troppe sorprese, il premio come miglior attore.
Da Rohmer a Chabrol, da Bertolucci a Deville, l’attore esplora, interpreta, sconvolge, prima di annunciare improvvisamente, nel 1998 allontanarsi dai set cinematografici. Chi mi ama prenderà il treno, di Patrice Chéreau, sarà il suo ultimo film prima che Trintignant torni ai suoi primi amori teatrali. Lì, in particolare darà la risposta a sua figlia, Marie, nella commedia Commedia su un binario della stazioneguidato da Samuel Benchritt.
La morte improvvisa di quest’ultimo nel 2003, però, porrà fine bruscamente alla fusione di questo rapporto padre-figlia, e l’attore sprofonderà nella disperazione. Nel 2016, ha anche spiegato al JDD sentendosi già morto dalla morte della figlia: “Ho avuto piccole gioie, sorprese, ma la mia vita si è fermata quel giorno”.
Dopo diversi anni di assenza, brevemente intervallati dall’apparizione nel filmato Gianni e Giovanni di Samuel Benchetrit, Trintignant fa il suo grande ritorno al cinema sotto la regia di Michael Haneke. In primo pianoAmoreoffre prestazioni vulnerabilità straziante al fianco di Emmanuelle Riva. La produzione franco-austro-tedesca, insignita della Palma d’oro e di numerosi premi in tutto il mondo, guadagnerà anche a ciascuno un Cesare.
Da allora in poi, Trintignant invecchia, si stanca. Nel 2017 ha annunciato di soffrire di cancro. Ma questo non gli impedirà di trovare Haneke due volte, una nel 2017 nel documentario Michael Haneke: regista professionistae un’ultima volta nel 2019 sul dramma lieto fine.
Nel 2021, Trintignant completa le riprese del suo ultimo lungometraggio: I migliori anni di una vita, di Claude Lelouch, dove trova Anouk Aimée. La sua performance, eseguita con il leggera gravità di un canto del cignosarà acclamato dalla critica e dal pubblico.
È morto questo venerdì, 17 giugno nella sua casa nel Gard, come ha raccontato la moglie all’AFP, Jean-Louis Trintignant ci ha lasciato con eleganza, a 91 anni, ed è andato a entrare nel pantheon dei mostri sacri dell’interpretazione francese.