Domani è lontano
Parigi, 1984. Il movimento hip-hop sta cominciando a prendere slancio in Francia. Un certo DJ Dee Nasty crea il primissimo album rap francese, Bruno e Didier stanno per formare il mitico gruppo NTM e parallelamente esplode la cultura dei graffiti, portata in particolare da una certa Lady V. È questo periodo di boom creativo che cerca di filmare Il mondo di domani, l’esplosione di una controcultura sul punto di diventare cultura popolare tradizionale.
Nato dalla prima collaborazione tra Katell Quillévéré (riparare i vivi) e Hélier Cisterne (Dei nostri fratelli feriti), la nuova serie Arte è tanto ambiziosa quanto accattivante. Il suo primo scopo è quello di essere una avvincente capsula del tempo. E dai primi minuti, vediamo come gli anni ’80 sono stati raramente ricreati così bene lo schermo. I costumi, la musica, è tutto lì. Fino ai dialoghi che sono di una naturalezza impressionante e trovano un linguaggio di questa passata giovinezza senza che questo sembri mai forzato.
Quando il cefalo era di moda
Il valore nostalgico è garantito a qualsiasi spettatore che abbia vissuto, vicino o lontano, il decennio ricreato sullo schermo. Ma anche per i più piccoli Il mondo di domani si rivela un’esperienza più che emozionante. Tutto si basa sul piacere della scoperta, sotto il prisma discrittura giocosa e realizzazione molto efficace. I realizzatori citano in particolare Ken Loach come ispirazione estetica. Senza arrivare a confrontare il livello di messa in scena, la filiazione sembra ovvia.
Inoltre, c’è questo vento di libertà che attraversa tutta la serie. Non è comune assistere alla nascita di una controcultura e il nostro duo di registi lo capisce perfettamente. Non ci limitiamo mai al semplice emergere del rap. Tutta l’eccitazione del tempo esplode sullo schermo: graffiti, balli, radio pirata e movimenti di protesta si alternano in un caos gioioso. Serie cattura perfettamente questo sciame di idee e causela rabbia di un giovane ribelle pronto a tutto pur di rivendicare e semplicemente esistere.
Apprezzo la metà quello che è appena successo
E per non rovinare il nostro piacere, il cast è totalmente coinvolto. È difficile non citare Anthony Bajon, il cui il carisma mostruoso continua ad abbagliare i nostri schermi già da diversi anni. Dopo Preghiera e Teddyecco una nuova prova che gli è stato promesso di entrare a far parte del grande cinema francese.
Ma impossibile ignorare Melvin Promeneur, impressionante di naturalezza nel suo modo di incarnare un giovane JoeyStarr senza mai caricarlo. I fan di Rap Contenders saranno felici di trovare Andranic Manet, mentre Laïka Blanc-Francard e Léo Chalié danno ai ruoli femminili un impatto innegabile. egli è raro raggiungere un tale livello di successo collettivo quando una serie è basata su un intero set di attori e non su uno o due ruoli principali.
Non lasciare il tuo disco in giro
Sarebbe stato facile per Il mondo di domani di cadere in una superficiale nostalgia degli anni ’80 come vediamo troppo spesso dal cartone di Cose più strane. Per fortuna, la scrittura è abbastanza lucida per ricordarci che non tutto era necessariamente più luminoso lì. Non ci viene mai risparmiata la durezza del tempo: misoginia disinibita all’interno dell’ambiente hip-hop, violenza in famiglia o anche piccoli gruppi di skinhead.
Anche dal lato dei suoi personaggi principali, la serie evita la stupida e ingenua glorificazione delle sue future celebrità. Il personaggio di Didier è un tipico esempio. Per quanto carismatico sia, non ci sono risparmiate le sue numerose mancanze. Arrabbiato, capriccioso, difficile da gestire anche artisticamente, questo JoeyStarr in divenire non è una figura fluida di successo idealizzato.
Tanto più che Katell Quillévéré e Hélier Cisterne comprendono l’importanza di non allestire una lunga pagina di Wikipedia incentrata esclusivamente su NTM, un difetto che potrebbe essere in parte imputato al recente Supremi. Per evitare questa classica trappola della narrativa biografica, la serie si concentra molti percorsi incrociati che sono tutti accattivanti per vari motivi.
Questo pregiudizio aiuta a rafforzare l’immersione della serie ma costituisce paradossalmente uno dei suoi unici limiti evidenti. Volendo troppo da raccontare in un formato relativamente breve, Il mondo di domani n / a non c’è tempo per sviluppare a sufficienza alcuni dei suoi momenti chiave. In che modo Kool Shen e JoeyStarr si interesseranno improvvisamente alla scrittura? Lo capiamo a malapena. Idem per Béatrice il cui affascinante viaggio viene troppo spesso sacrificato secondo le ellissi.
Un giorno in Francia
Chi dice che cultura rap dice necessariamente punto di vista politico. E Il mondo di domani non perde mai l’occasione di essere un’opera sociale rabbiosa. Si può solo essere colpiti dal specchio agghiacciante che la serie ci regge tra i vari fatti degli anni ’80 e la nostra cronaca. Errori della polizia, il FN che firma un record di punteggio, precari in sciopero e iscrizioni universitarie rese inaccessibili alle classi più povere… Si attraversano questi temi con la terrificante impressione di essere stati stagnanti per tutti questi anni, addirittura regrediti.
Riconosciamo inoltre nella serie l’intelligenza dell’essere altamente politico senza mai essere demagogico. Nessuna morale manichea, c’è sempre una realtà più complessa e quindi ancora più straziante che va in scena. Tanto più che questa affermazione non toglie nulla al tono leggero generale rivendicato dalla serie. Katell Quillévéré voleva creare un’atmosfera di accattivanti perdenti al maniaci e disadattati. Per quanto improbabile possa sembrare, l’equilibrio regge meravigliosamente.
Un altro segno di grande intelligenza nella scrittura, Il mondo di domani è molto lucido sull’immediato ripresa borghese avvenuta intorno alla cultura hip-hop. Assisti a questo personaggio adolescente che vive in una residenza di lusso che sogna di essere un artista di graffiti pur sapendo di essere fuori pericolo in caso di controllo della polizia.
Il più sorprendente deriva probabilmente dal cinismo da casa discografica che vogliono il mercato rap senza assumere il suo pubblico di destinazione o il suo messaggio. Ricorderemo a tal proposito l’incredibile sequenza durante la quale il regista di Polydor consiglia a NTM di prendere un paroliere o di seguire l’esempio di un certo MC Solaar. Il sogno di un rap più pulito, più presentabile, più facile da vendere. Infine, Il mondo di domani onora il brano da cui prende il titolo. Un sapiente mix di narrativa classica, rabbia ben piazzata e atteggiamento irresistibile.
Tomorrow’s World va in onda su Arte dal 20 ottobre. La serie è disponibile integralmente anche su Arte.tv.