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bordello interno e House of Cards da Topolino?

Peter Rice, capo del dipartimento TV dello studio Disney, è stato licenziato dal CEO della Disney Bob Chapek. Una scelta che solleva molti interrogativi sull’azienda.

Lontano dalla Francia, dove lo studio ha ancora sputato sulla cronologia mediatica, è un (nuovo) punto nero nel meraviglioso mondo di Topolino: l’inaspettato sfratto di Peter Rice, figura di spicco fin da quando era a capo del dipartimento TV dal 2019. Assunto in seguito all’acquisizione dello studio 20th Century Fox da parte della Disney, ha gestito un ampio perimetro, tra cui ABC, Disney Channel, Disney+, Hulu e FX.

Lui sarà sostituita da Dana Walden, arrivò contemporaneamente a lui e fino ad allora al suo fianco come presidente dei Disney Television Studios e del Disney-ABC Television Group. È considerata anche una progenie nel mezzo, ma il licenziamento di Peter Rice solleva molti interrogativi.

Al centro dell’equazione: Bob Chapek, a capo della Disney dal 2020. Da quando è subentrato a Bob Iger, CEO dal 2005 al 2020, l’uomo d’affari è ovviamente esaminato da tutti. Il fuoco Peter Rice fa parlare le persone, soprattutto da quando lo era uno dei dinosauri della Fox che la Disney aveva tenuto (si era unito allo studio mangiato da Topolino nei primi anni 2000). E questa separazione ovviamente non amichevole è tanto più sorprendente considerando che lui e Peter Rice si conoscono da anni.

La festa è finita

CEO come pericolo

Cosa è successo esattamente? Alla Disney la comunicazione ufficiale è secca. Bob Chapek non ha citato alcun motivo e cita a malapena Peter Rice. Il CEO ha puntato tutto sulla promozione di Dana Walden, presentata come “un leader dinamico e collaborativo e una forza culturale che in soli tre anni ha trasformato la nostra attività televisiva in una macchina che offre costantemente lo spettacolo desiderato dal pubblico”. Il comunicato ufficiale cita in particolare drogato, L’abbandono o Solo omicidi nell’edificio come prova del suo valore in azienda.

Le lingue si allentano senza sorprese.

Scadenza afferma che Peter Rice è stato colto di sorpresa, come quasi tutti intorno a lui, ma che la vera bomba è stata principalmente il tempismo della cosa. Ha firmato sei mesi fa un nuovo contratto fino al 2024, che dovrà quindi essere riscattata (e costosa). Prima di rimanere alla Mickey, Rice è stata corteggiata da altri studi, e lo stesso Chapek avrebbe fatto di tutto per tenerlo alla Disney – per licenziarlo meglio dopo?

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il New York Times cita tre fonti anonime che affermano che Peter Rice è stato licenziato per questo non ha giocato al gioco della cultura aziendale Disney. varietà parla di un incontro di appena 10 minuti, in cui Bob Chapek ha detto a Peter Rice che non era abbastanza il Team Chapek.

Scadenza mette in dubbio lo stato di Bob Chapek all’interno dello studio. In apparenza va tutto bene, visto che è sostenuto dal consiglio di amministrazione, con un voto di fiducia come prova. In realtà sarebbe più complicato, come spiega una fonte, sempre una fonte anonima: “Se avessero piena fiducia in lui, non lascerebbero mai il loro amministratore delegato con un contratto che scade in meno di un anno. Il voto di fiducia è ridicolo, suona come qualcosa che fai subito prima di eseguire”.

In altre parole: un amministratore delegato il cui contratto scade tra pochi mesi ha licenziato un dipendente il cui contratto è proseguito per diversi anni.

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Impossibile quindi non parlare del rumor che circola da qualche mese: Il futuro di Bob Chapek alla Disney non è ancora certo e Peter Rice era diventato un vero contendente. Da un po’ di tempo l’amministratore delegato ha certamente tremato su alcune questioni di alto profilo, in particolare sull’ipocrisia della Disney sulla questione queer (artisti e sceneggiature censurate e l’intera vicenda “Don’t Say Gay” in Florida). La guerra dell’ego e l’opzione strategica House of Cards of Thrones non è quindi impossibile.

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Da notare che lo scorso aprile Bob Chapek si era già separato da un collaboratore che faceva parte dei mobili Disney: Geoff Morrell, del reparto comunicazione. Anche lì il suo contratto era stato comprato per metterlo fuori gioco.

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addio addio

Peter Rice chiudeva ogni settimana con un promemoria inviato a tutti i suoi team, per celebrare i successi e altri eventi dell’azienda. Scadenza condiviso l’ultimo messaggio, che segna la sua partenza:

“Sono incredibilmente triste che questo sia l’ultimo promemoria che ti invio. È stato un vero piacere e un privilegio lavorare al tuo fianco qui alla Disney e per molti di voi alla 21st Century Fox.

Sono così orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto insieme, delle amicizie che abbiamo stretto e del costante successo che abbiamo celebrato. Siamo onorati di lavorare nel più grande e creativo dei settori, in un momento di grandi cambiamenti. Nel bel mezzo di tutto questo, abbiamo creato insieme delle fantastiche serie televisive pluripremiate e ti sarò per sempre grato per la tua gentilezza e generosità in questo viaggio.

Mentre lascio la Disney, vorrei lasciarti con un ultimo pensiero: rimani impegnato nell’eccellenza e non dimenticare mai che le nostre storie dipendono dall’immaginazione e dall’abilità artistica dei nostri scrittori, registi, produttori, attori e artigiani. (…)

Anche se non continuerò al tuo fianco, ti auguro buon viaggio, e spero che le nostre strade si incrocino ancora”.

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Svo morto?

Disney ha fatto l’inevitabile volto alla galassia SVoD con il lancio di Disney+ a novembre 2019. Il servizio conta oggi quasi 140 milioni di iscritti in tutto il mondo, rispetto ai 220 milioni di Netflix e alcuni. Topolino si è chiaramente ritirato dal gioco contro HBO Max, Peacock, HBO Max e compagnia, grazie a una macchina da guerra intorno agli IP. grazie Guerre stellarigrazie Marvel, grazie Pixar e grazie ad altri riciclo.

Tuttavia, sotto i grandi numeri, ci sono grandi preoccupazioni. Tra il soffitto di vetro del boom SVoD, le spese sbalorditive per lanciare questi giganti dello streaming e acquistare i servizi degli artisti e le sfide per la sopravvivenza della televisione convenzionale, cresce la preoccupazione nel settore. il prezzo delle azioni Disney, che negli ultimi tempi ha subito un calo significativolo attesta.

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La fiaba SVoD sta per finire? Il gigante Disney ha i piedi d’argilla? È una guerra dell’ego semplice e banale che tutti avranno dimenticato tra qualche mese – quando Peter Rice avrà trovato un lavoro altrove, e con la concorrenza? Pazienza, questa potrebbe essere la tua prossima soap opera preferita, per farti aspettare tra le prossime 14 serie Marvel e Guerre stellari.

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