I CATTIVI RAGAZZI DELLA BIBBIA
Poco dopo il suo ritiro, Carnahan si era rivelato molto soddisfatto della sua sceneggiatura, ma divergeva profondamente con la visione di Will Smith, star del franchise, produttore di quest’opera e, infine, unico maestro a bordo. E dall’apertura del Cattivi ragazzi per la vitapossiamo vedere chiaramente come il signore di Bel-Air abbia cercato di addomesticare la scrittura scontrosa dell’autore.
Troviamo il nostro duo di poliziotti minato come mai prima d’ora, nel mezzo di un inseguimento filmato e montato con i moncherini dei bambini morti. Ritmo fitto, effetti di stile goffi, valvole meccaniche… temiamo il peggio quando Smith e Lawrence si perdono in giostre sotto Xanax, indegni di Arma letale 4.
“Ti porteremo un’insalata di quinoa e una pizza con grasso di delfino anziano.”
Anche la caratterizzazione dei due eroi è un altro grosso problema. Lo sentiamo Will Smith non assume più la parte dei Bad Boys, e come un Tom Cruise in saldo, vuole a tutti i costi raccontarci ancora quanto i suoi valori, l’ordine, il signore e la sacra famiglia siano ormai al centro del suo universo.
Perché no, ma questa affermazione contraddice completamente gli innumerevoli tentativi della sceneggiatura di resuscitare l’energia ritorcersi contro i nostri due eroi o il loro gusto per la trasgressione. Da dove una valanga di dialoghi filmati in modo piatto, dove i nostri eroi sono combattuti tra il loro nuovo DNA conservatore e l’orpello della loro energia del passato. E ascoltali descrivere se stessi “I cattivi ragazzi della Bibbia” ha qualcosa di singolarmente patetico.
United Colors of Con Head
In tale contesto, La performance di Martin Lawrence è tanto angosciante quanto l’attore si dimostra maltrattato dal film. Che l’artista abbia perso ogni ritmo comico, un po’ forzato sui panini di noodle conditi con crema al cortisone, è indiscutibile, ma l’implacabilità di Cattivi ragazzi per la vita umiliare il suo carattere gli farebbe quasi dimenticare.
Stupido, codardo, fragile, privato della vita sessuale e forse impotente, la storia non gli risparmia alcun affronto, come per informarlo meglio che in questo tempio è tollerato solo a gloria di Will Smith, minando la simpatia della compagnia.
RAGAZZI PAZZI
Eppure, il filmato si rivela sorprendentemente soddisfacente. In gran parte grazie alla serietà dei registi Adil El Arbi e Bilall Fallah, che fanno del loro meglio per dare energia a tutte le scene d’azione. Ciascuno contiene almeno un’idea puramente giocosaun piano inaspettato o un concetto che esce dal nulla.
Grazie a un uso moderato del digitale ea una notevole cura delle acrobazie, il film assume un’aria d’azione vecchio stile. Qualità che sono essenziali non appena i cattivi entrano in scena, tanto da beneficiare dell’enfasi della telecamera e di un gusto per la violenza che contrasta nettamente con la produzione hollywoodiana contemporanea.
Ricicla anche una serie di tropismi tanto stupidi quanto accattivanti. Qui, il minimo impatto dei proiettili provoca un’esplosione, il lenzuolo accartocciato inizia a precipitare orgasmi pirotecnici, tutte le comparse sembrano sul punto di concludere la loro fine mese girando un gonzo nella mensa di un luna parkS. Viaggio nostalgico e un po’ indietro, Cattivi ragazzi per la vita tuttavia avviene con sufficiente entusiasmo per essere accolto con piacere.
Infine, sentiamo ancora il tocco di Joe Carnahan, tanto questo 3e il capitolo si sforza di iniettare gravità, forti interessi umani ed eccitanti soffi di stile. La violenza è sempre grafica, spesso secca, ei protagonisti non sfuggono mai alle conseguenze (fisiche o morali) delle loro avventure, presenti come passate. Un primo grado inaspettato che dà molto cuore al tutto e gli permette persino di variare piacevolmente le sue impostazioni, facendo precipitare la sua sparatoria finale in un viaggio che riunisce improbabile telenovelas, omaggio a Mario Bava e prese brucianti. Una dolce follia che non rivoluziona il 7e Arte, ma sfamerà l’affamato amante dell’azione.